THò! Gli si è spaccato il Pasok! I socialisti greci dopo aver consegnato il paese a banche e speculatori si sono accorti che l'austerity sta distruggendo anche loro e cominciano a perdere pezzi in parlamento. Se le nuove misure imposte dalla troika non passeranno in parlamento si aprirà una stagione d'instabilità politica molto interessante. Speriamo che la fronda dei socialisti tenga botta e voti contro alle ricette del loro partito. E' proprio il caso di dirlo, alla fine anche i servi piangono!
CRISI: GRECIA; IL PASOK SPACCATO SU NUOVE MISURE AUSTERITY PAPANDREOU CERCA DI CONVINCERE SUOI DEPUTATI A VOTARE SÌ (ANSAmed) - ATENE, 23 SET - In Grecia non sono soltanto i partiti d'opposizione, dall'estrema sinistra al centro-destra, ad essere contrari alle ultime e più pesanti misure di austerity decise dal governo socialista del premier Giorgio Papandreu per cercare di salvare il paese dalla bancarotta. Infatti vi sono anche parecchi deputati del Pasok, il partito al governo, a fomentare la fronda anti-austerity che lo stesso Papandreou ed il suo ministro delle Finanze Evangelos Venizelos stanno cercando in tutti i modi di far rientrare. Altrimenti il rischio è quello di vedersi respinte in Parlamento le misure economiche già concordate con la «troika» (Fmi, Ue e Bce), e «conditio sine qua non» per ottenere la concessione della sesta tranche da otto miliardi di euro, parte del primo pacchetto d'aiuti da 110 miliardi concesso alla Grecia. Il voto in Parlamento era previsto per ieri ma, avvertita l'atmosfera «pesante», Papandreou ha preferito rinviarlo a martedì prossimo per avere il tempo di incontrare i suoi 154 parlamentari (sul totale di 300) e convincerli tutti a votare compatti a favore dell'ultimo pacchetto di misure economiche. Il problema, secondo fonti vicine al governo, è che cinque o sei deputati socialisti non se la sentono di approvare la nuova imposta sulle abitazioni, definita «la stangata sulla casa». Se i parlamentari del Pasok non voteranno tutti a favore - hanno spiegato Papandreou e Venizelos ai deputati recalcitranti - la legge non otterrà la maggioranza e sarà bocciata. Con la conseguenza di far perdere alla Grecia gli otto miliardi di euro concordati con la «troika». «Non c'è altra strada da seguire», avrebbe detto il premier ai deputati. «L'altra strada porta alla bancarotta, che avrà conseguenze ancora più gravi per ogni famiglia greca. Sappiamo che sarà difficile (votare a favore delle misure) ma ora è il momento per la battaglia più decisiva di tutte».
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