In Greece, a radical left coalition is actively preparing for power in society and in parliament. Hilary Wainwright reports from Athens
http://www.redpepper.org.uk/greece-syriza-shines-a-light/
1 – GRECIA. SYRIZA UNA LUCE IN EUROPA REPORTAGE - Hilary Wainwright ATENE
2 - IL SINDACATO GSEE L'allarme del sindacato: con i
nuovi tagli la disoccupazione sarà al 29%
BREVE
3 – AUSTERITY 11,5 miliardi di nuovi tagli Senza
sconti TAGLIO MEDIO - Alessandro Bramucci
4 - HILARY WAINRIGHT
Direttrice di Red Pepper SCHEDA
1 – GRECIA.
SYRIZA UNA LUCE IN EUROPA
REPORTAGE - Hilary Wainwright ATENE
La difesa del
welfare in Parlamento e l'attività nel sociale, un'organizzazione aperta a
chiunque voglia un'alternativa al capitalismo. Ecco come la sinistra più forte
d'Europa sta creando un «modello». Con uno stile politico inedito
Nella maestosa
cornice del parlamento greco, Alexis Tsipras, il presidente di Syriza, la
coalizione radicale di sinistra, apre il primo incontro dei suoi 71 deputati
con il suo caratteristico mix di freddezza e giovialità. Nello stesso momento
in tutto il paese gli attivisti organizzano assemblee di quartiere, aprono
"cucine solidali" e bazar, lavorano in centri medici volontari, proteggono
gli immigrati dagli attacchi di Alba dorata, il nuovo partito fascista che ha
guadagnato il 7 per cento dei voti alle elezioni, fondano le correnti di Syriza
dentro il sindacato, lavorando alla transizione da una coalizione di 12
organizzazioni politiche (con 1,6 milioni di voti) a un nuovo tipo di partito.
Nel mezzo di tutto
questo i militanti trovano il tempo di cucinare, ballare, dibattere e
organizzare un festival anti-razzista di tre giorni. Il festival, ora alla sua
sedicesima edizione, è stato creato per affrontare, nelle parole del suo
fondatore Nicos Giannopolous, «la crescita di nazionalismo e razzismo nei primi
anni Novanta». Nei suoi obiettivi, principi organizzativi nonché nella
pluralità delle forze culturali che promuove, il festival simboleggia la forza
della società civile internazionale che Syriza ha contribuito a costruire e di
cui è essa stessa in buona parte frutto. Sono state coinvolte
nell'organizzazione dell'evento più di 250 tra organizzazioni e partiti e più
di trentamila persone di ogni età ed etnia si sono riversate nello spazio
"ancora" pubblico del parco Goudi ad Atene.
L'obbiettivo
comune di queste attività è trasformare il sostegno elettorale per Syriza in
una forza sociale per il cambiamento, oltre a incrementarne la forza lungo il
percorso sentiero elettorale che conduce al governo. Quando alle prime elezioni
del 6 maggio 2012 Syriza ha ottenuto il 17 per cento dei voti molti attivisti
sono rimasti sbalorditi. Soltanto tre anni prima con il 4.7 per cento dei voti
l'alleanza aveva passato per un soffio la soglia di sbarramento del 3 per cento
che limita l'entrata in parlamento. Alle seconde elezioni del 17 giugno 2012, i
voti per Syriza sono cresciuti fino al 27 per cento, e la gente di Syriza ha
iniziato a immaginare l'arrivo al governo.
Dimitris
Tsoukalas, uno dei nuovi deputati di Syriza proveniente dal Pasok - la
principale forza di centro-sinistra dalla sua fondazione nel 1974 - era a capo
del sindacato dei bancari, ha dato le dimissioni dal Pasok il giorno prima che
il Presidente George Papandreou firmasse il memorandum d'intesa sulle riforme
di politica economica con Fmi, Commissione Europea e Banca Centrale Europea.
Tsoukalas è poi entrato nella coalizione "No al memorandum", per
contrastare il Pasok alle elezioni regionali nell'Attica, la regione nella
quale il voto del Pasok è crollato dal 40 al 23 per cento. Tsoukalas è cauto:
«Il voto può essere come la sabbia». E Nuova Democrazia, il principale partito
di destra greco, arrivato primo alle elezioni di giugno, è stato capace di
raccogliere i frutti della paura di fronte alla crisi e alla possibilità di una
vittoria di Syriza.
LE ORIGINI DEL CAMBIAMENTO
Da dove viene
questa organizzazione politica, radicata nei movimenti e impegnata per cambiare
lo stato? La struttura del nuovo partito dovrà essere discussa dai militanti
vecchi e nuovi nei prossimi sei mesi. Ma tutti concordano che i fondamenti di
Syriza non debbano cambiare. Syriza, fondata nel 2004, segue il successo di una
nuova generazione di attivisti provenienti dal partito di sinistra Synaspismos,
inclusi Alexis Tsipras e Andreas Karitzis. Questa generazione si è formata nei
movimenti per una globalizzazione alternativa nati all'inizio di questo secolo,
che hanno portato alle grandi manifestazioni di Genova nel 2001 e al Social
forum mondiale ed europeo. L'esperienza del Social forum, incluso il Forum
sociale greco, è stata decisiva nell'allontanare la cultura della nuova
sinistra greca dalla fedeltà ad una particolare ideologia, in favore invece di
pluralismo, collaborazione democratica, apertura e convinzione dell'importanza
di proposte alternative.
Questa cultura ha
attecchito su un terreno fertile. I giovani di Syriza sono la prima generazione
che ha rifiutato il capitalismo dopo la caduta dell'Unione Sovietica; il loro
impegno è per costruire un'alternativa, piuttosto che proporre un modello già
elaborato da altri. «Cerchiamo di trovare un'altra strada», dichiara Karitzis.
«Credo che ci sia bisogno del potere politico dello Stato, ma ciò che risulta
decisivo è quello che si fa a livello dei movimenti e della società prima di
assumere il potere. L'ottanta per cento del cambiamento non passa dal governo».
Synaspismos ha
fornito la cornice adatta per il tentativo di costruire un nuovo tipo di
socialismo, pratico ma fondato su solidi principi. È stato il prodotto di
innumerevoli divisioni interne alle forze comuniste, emerse dalla rottura con
lo stalinismo e dalla critica al capitalismo. Synaspismos aveva lavorato con
altre associazioni della società civile per creare il Social forum greco. Tra
queste, alcune forze politiche maoiste e trotzkiste, ma anche verdi,
femministe, gay e reti per i diritti sociali. Tutti hanno contribuito a fondare
Syriza, rappresentata nella sua bandiera verde, rossa e viola. Fuori, a braccia
conserte, sicuro della sua forza interna sempre più immaginaria, è rimasto il
dogmatico e apparentemente immobile Partito comunista greco (Kke). Nonostante
partisse dal 7,5 per cento, alle ultime elezioni di giugno il suo consenso è
sceso al 4,5 per cento.
Quando, nove anni
e molti movimenti dopo l'avvio del Social Forum, le forze per il cambiamento si
sono riunite a piazza Syntagma, Syriza era lì. Yanis Alampanis, un membro di
Syriza attivo nella Rete per i diritti sociali e politici, descrive il modo in
cui hanno partecipato alle prime manifestazioni anti-austerità: «Si sono
condivisi alcuni principi, per esempio non permettere slogan anti-immigrati. Il
primo giorno molte persone avevano bandiere della Grecia senza permettere
bandiere che rappresentassero partiti politici. Dopo molte discussioni è emerse
invece l'idea che potessero partecipare bandiere di altre nazioni, inclusa
quella della Primavera araba». «Ha cambiato l'immagine dell'azione», dice
Alampanis. «Così si costruisce un movimento radicale e politico».
È stata questa
immersione nei valori dei movimenti sociali, insieme alla rivolta che nel 2008
è seguita all'uccisione del giovane Alexandros Grigoropoulos da parte della
polizia, che hanno portato a considerare Syriza come lo strumento politico di
cui fidarsi per liberare la Grecia dal Memorandum. «Syriza è stata sempre con
noi», dice Tonia Katerina, membro della coalizione Open city. È stato un
sentimento che ho sentito più e più volte.
Quando Tsipras ha
dichiarato che Syriza era pronta a formare un governo per fermare le politiche
del Memorandum, ha unito la rabbia alla speranza, ha aperto un canale che può
mettere in comunicazione la società con il parlamento.
SOLIDARIETÀ POLITICIZZATA
Nel suo lavoro
fuori dal parlamento Syriza costruisce reti sociali che organizzano in modo
sistematico le pratiche di sostegno informale radicate nella società greca. Ci
sono cucine solidali, dottori ed infermieri che offrono cure, l'aiuto legale
per affrontare il pagamento dei debiti. Così Syriza risponde ad Alba dorata;
per Karitzis se la sinistra «non costruirà nuove relazioni sociali, a farlo
sarà qualcun altro».
Le reti non
rappresentano un sostituto al welfare. «Le persone si trovano ad affrontare il
problema della sopravvivenza», spiega Karitzis. «Noi non possiamo risolverlo,
ma possiamo essere parte della loro socializzazione. Queste iniziative di
solidarietà possono essere una base per la lotta per il welfare. L'idea è di
cambiare mentalità delle persone su quello che possono realizzare, sviluppando
insieme la capacità di avere potere». Questa è anche una preparazione al
governo. «Se arrivassimo al governo, in pochi mesi le persone potranno essere
pronte a combattere per i propri diritti, ad assumere il controllo delle banche
e cosi via».
PREPARARSI AL GOVERNO
Aristides Baltas,
coordinatore della commissione per il programma, descrive i lavori svolti da
parlamentari, esperti, funzionari pubblici e organizzazioni sociali per
proporre politiche alternative (Syriza ha avuto oltre il 50 per cento dei voti dei
dipendenti pubblici). Queste commissioni, più che essere "ministeri
ombra", vogliono mantenere i legami tra movimenti e la politica
parlamentare. Baltas, militante e professore di filosofia della vecchia
generazione di Synaspismos, ha coordinato la stesura di un dettagliato
programma di 400 pagine che ha coinvolto membri di Syriza di ogni categoria.
L'accento è su soluzioni costruttive e una delle quattro sezioni del programma
riguarda la «ristrutturazione dello Stato». È una strategia ambiziosa per la democratizzazione
di uno Stato che è istituzionalmente corrotto. Ma è anche una sfida al
programma dalla Troika di ridensionare lo Stato greco attraverso le
privatizzazioni.
VECCHIE SFIDE, NUOVE APERTURE
Insieme ai
preparativi per il governo, dentro e fuori il parlamento gli attivisti sono
attenti al pericolo rappresentato dalla perdita del radicamento sociale, ovvero
diventare «un altro Pasok». Nella formazione del nuovo partito priorità
condivisa è quella di creare, come chiarisce il nuovo parlamentare Theano
Fotiou, «una struttura che permetta alle persone di essere sempre collegate con
il partito anche se non ne sono membri, sia per criticarlo che per portare
nuove esperienze».
Un fattore
importante sono le risorse. Syriza riceverà quasi 8 milioni di euro
(triplicando il suo attuale bilancio) come risultato del suo successo
elettorale e a ogni parlamentare sono assegnati dal parlamento cinque
assistenti. In che modo Syriza applicherà l'attenzione dedicata alle lotte
nella società alla distribuzione di queste nuove risorse? Per Karitzis la
maggior parte dei fondi dev'essere destinata a quello che possiamo fare nei
quartieri. Ad esempio per assumere persone che diffondano le iniziative di
centri medici sociali, persone che possano connettere i cittadini con i
produttori di generi alimentari, in modo da aumentare la capacità di costruire
una rete di relazioni. Dei cinque assistenti destinati ai parlamentari, due
lavoreranno direttamente per il deputato stesso. Uno lavorerà per una
commissione politica, i restanti due andranno ad aiutare i movimenti nei
quartieri.
Un'altra sfida è
rappresentata dal fatto che la stragrande maggioranza dei membri sono uomini,
anche se all'interno della leadership la presenza femminile è consistente.
Sissy Vovou, una dei 200 membri dell'organismo dirigente di Syriza e della Rete
delle donne, rifiuta l'idea che l'uguaglianza femminile sia un problema «che
dovrà essere affrontato solo una volta arrivati al governo». Si sta sviluppando
una nuova dinamica, un terzo dei parlamentari di Syriza sono donne elette con
un sistema proporzionale basato su liste aperte, sono state votate sulla base
della loro leadership locale. E hanno chiarito sin dal primo incontro in
parlamento che l'uguaglianza femminile non può attendere.
Nuove forme di radicalismo
sono evidenti anche all'interno dei sindacati. Il rapido collasso delle vecchie
strutture di potere sta innescando un terremoto all'interno di sindacati le cui
strutture erano profondamente legati ai vecchi partiti, Pasok, Partito
comunista e Nuova democrazia. Le conseguenza per Syriza di questi cambiamenti,
ma si apre la possibilità di un rafforzamento del sindacalismo di base.
Infine c'è una
sfida anche per noi. La crescita di Syriza, insieme alla sconfitta di Sarkozy
in Francia, ha incoraggiato il rifiuto delle misure di austerità in Europa e
spostato l'equilibrio dei poteri all'interno dell'Unione europea. Applaudire e
andarsene non basta di certo a cambiare le cose. La catastrofe (evitabile)
imposta al popolo greco peggiora di giorno in giorno e Syriza ha chiaro che il
Memorandum non può essere cancellato solamente dagli sforzi a livello
nazionale.
La forma più
efficace di solidarietà in tutta Europa sarebbe quella di imparare da Syriza a
costruire nei nostri paesi nuove forme di organizzazione politica
sufficientemente aperte e libere da poter trasformare in una grande forza
politica tutti coloro che desiderano un'alternativa al capitalismo, basata su
valori che molti di noi descrivono come socialisti, ma senza un modello
particolare in mente.
Syriza ha
dimostrato come questo movimento e stile politico possa essere unito a una
presenza organizzata nel sistema politico per difendere e riguadagnare quei
diritti politici e sociali di base che i partiti più grandi considerano ora da
eliminare. Questo percorso, costruito di fronte all'attacco più violento
dell'austerità neoliberista, potrebbe essere ripreso in tutta Europa. La
geografia politica europea ne verrebbe trasformata, e in Grecia Syriza potrebbe
non soltanto essere una luce per la sinistra, ma potrebbe arrivare al successo.
(Traduzione di
Alessandro Bramucci)
2 - IL SINDACATO GSEE L'allarme del sindacato:
con i nuovi tagli la disoccupazione sarà al 29%
BREVE
La disoccupazione
in Grecia rischia di raggiungere il 29% se il governo adotterà le ulteriori
misure di tagli per 11,5 miliardi richieste dalla troika. A lanciare l'allarme,
come riferisce la stampa ateniese, è Savvas Rombolis, responsabile del
dipartimento ricerche della Gsee, il maggiore sindacato ellenico. «La tendenza
dell'economia greca punta al declino. Nel 2012 ci aspettiamo una caduta del Pil
del 7%. Ciò provocherà un tasso di disoccupazione del 24%, pari a 1,2 milioni
di persone», ha detto l'esperto. «Le nostre stime dicono che nel 2013 il tasso
di disoccupazione sarà fra il 28 e il 29%, cioè più di 1.4 milioni di persone
resteranno senza lavoro. E questo perchè ci aspettiamo che l'economia continui
nella tendenza attuale». Lo scorso maggio il tasso di disoccupazione in Grecia
ha toccato il nuovo record del 23.1% mentre i disoccupati nella fascia d'età
sotto i 25 anni sono il 54.9%. Rombolis ha aggiunto che - dopo aver analizzato
i prezzi dei beni e dei servizi, le tendenze dei salari e l'impatto dei
successivi aumenti delle tasse dall'inizio della crisi economica nel Paese
verso la fine del 2009 - è emerso che i lavoratori greci che ricevono lo
stipendio minimo hanno visto il loro potere d'acquisto ridursi ai livelli del
1979, mentre coloro che ricevono salari nella media sono tornati indietro
all'equivalente dei primi anni Ottanta.
3 – AUSTERITY 11,5 miliardi di nuovi tagli Senza
sconti TAGLIO MEDIO -
Alessandro Bramucci
La crisi greca
scoppia nel dicembre 2009, i titoli emessi dal governo vengono declassati dalle
agenzie di rating, i tassi di interesse vanno alle stelle e Atene non riesce
più a finanziare il debito pubblico sul mercato dei capitali privati. Soltanto
il prestito di Fmi e stati membri della zona euro evita il default, ma è
condizionato all'adozione di severe misure di austerità: aumenti delle tasse,
taglia a pensioni e stipendi pubblici, alla sanità ed ai servizi sociali,
privatizzazioni di servizi pubblici come acqua, poste e telecomunicazioni. Nel
febbraio 2012, l'accordo che ha garantito la seconda tranche di aiuti ha
previsto, insieme ad un secondo piano di austerità, il ridimensionamento del
valore del debito detenuto dalle banche internazionali per un totale del 75 per
cento. Si è previsto che il piano possa riportare nel 2020 il valore del debito
pubblico greco sotto la soglia considerata sostenibile del 120 per cento.
Ad oggi le misure
attuate dal governo ellenico sembrano non rispettare i parametri imposti dal
Memorandum della Troika. Si fatica a riscuotere le tasse, con un buco di
bilancio pari a un miliardo e mezzo nel primo semestre del 2012 rispetto allo stesso
periodo dello scorso anno. Le misure di austerità gravano sui cittadini che
hanno visto aumentare le tasse sui consumi e diminuire stipendi e pensioni.
Molto rimane ancora da fare sul fronte della riorganizzazione
dell'amministrazione pubblica e il bilancio dello stato rimane pari al 132,4
per cento del Pil, nonostante i consistenti tagli realizzati (è il più alto
dell'Ue).
Nel luglio scorso
Phillip Roesler, vice cancelliere tedesco, si dichiarava scettico sulla
possibilità di salvataggio della Grecia. «Quello che emerge è che la Grecia
probabilmente non sarà in grado di adempiere alle condizioni richieste», e il
mancato rispetto delle condizioni, ha dichiarato il giovane vicecancelliere
alla tv pubblica tedesca, «impedirà la possibilità di ricevere nuovi aiuti».
Obiettivo della visita a Berlino del primo ministro greco Samaras lo scorso
agosto, sono stati i due anni di tempo di cui la Grecia avrebbe bisogno per
tagliare ulteriori 11,5 miliardi, un rinvio che la Cancelliera non avrebbe
concesso. La Germania sostiene gli sforzi della Grecia e non azzarda giudizi
prima della presentazione del report ufficiale della Troika previsto per fine
settembre, è tutto quello che la Cancelliera ha dichiarato.
Nei giorni scorsi
il primo ministro greco ha incontrato il presidente francese Hollande.
Nonostante gli apprezzamenti ricevuti e la convinzione espressa sulla
permanenza della Grecia nella zona euro, Parigi è rimasta cauta, affermando di
voler attendere il rapporto ufficiale prima di concedere una proroga. Samaras
da parte sua ha ribadito che la Grecia non è alla ricerca di prestiti ulteriori
bensì del «tempo per respirare» che permetta sia di rispettare gli obiettivi
fissati con il Memorandum sia di rilanciare l'economia in grave recessione.
4 - HILARY WAINRIGHT
Direttrice di Red Pepper SCHEDA
Hilary Wainwright
dirige la rivista inglese Red Pepper (www.redpepper.org.uk), è fellow del
Transnational Institute di Amsterdam, un think tank progressista, ha lavorato
all'Open University e collabora con diverse università inglesi e di altri
paesi. È stata consigliere economico nelle amministrazioni della sinistra
laburista al comune di Londra negli anni ottanta con Ken Livingstone, ha
lavorato con l'Helsinki Citizens' Assembly e ha studiato le iniziative
sindacali per la riconversione delle industrie militari alla Lucas Aerospace e
alla Vickers. Tra
i suoi libri, Reclaim the State: Experiments in Popular Democracy (Seagull
books, 2009) e Arguments for a New Left: Answering the Free-market Right
(Blackwell, 1994)
ARISTOTELE SCRIVEVA--KE IN DEMOCRAZIA I POVERI SONO RE E LA VOLONTA' DEL PIU' GRAN NUMERO HA FORZA DI LEGGE E MAI I RICCHI SONO STATI PIU' NUMEROSI DEI POVERI,TUTTAVIA HANNO SEMPRE GOVERNATO IL MONDO E MANOVRANO LE FILA DI COLORO KE GOVERNANO.LA DEMOCRAZIA NON HA BISOGNO DI POTERE.AUGURI GRECIA VOI SIETE L'EUROPA ANZI NOI .UN ITALIANA IN ITALIANETTA.
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