Sono nata su una barca
«Ora devo andare. C’è Tsipras che parla in piazza per la chiusura della campagna, ci sono i comunisti vostri, pure gli spagnoli. C’è tutta una festa, qui». Kleri l’ho conosciuta un paio di settimane fa, eravamo sedute una accanto all’altra nel ristorante più vecchio di Atene, che a vederlo, però, non sembrava così vecchio. Si trova a Monastiraki, il quartiere del mercatino delle pulci, della cattedrale piccola, di quella più grande e della moschea.
Kleri è greca, ha tantissimi capelli rossi e ricci, parla bene italiano e chiama suo marito, che è italiano, Angelino. È nata nel 1944, quando iniziarono gli sbarchi degli alleati e quando il Fronte di liberazione nazionale (EAM) e la sua organizzazione militare (l’Esercito popolare di liberazione nazionale, ELAS), avevano già ripreso il controllo di vaste zone del paese contro i bulgari e i tedeschi che avevano istituito un governo collaborazionista. Giovanni, il padre di Kleri, era un ingegnere ed era anche un partigiano dell’ELAS:
«Un amico lo avvertì che sotto il platano della piazza di Sotiros sull’isola di Thasos avevano preparato una forca per lui. La notte scese al mare con mia madre e mia sorella Maria, che aveva due anni, e prese una barca a motore. Il tempo era brutto. Arrivarono al Monte Athos, ma i monaci non li fecero salire perché c’era una donna, mia madre che aveva me nella pancia. Risalirono ancora un po’ la penisola Calcidica. Tra il monte Athos e Ierissos sono nata io. Sono nata su una barca».
articolo completo
http://www.ilpost.it/giuliasiviero/2015/01/24/kleri-grecia-tsipras/
«Ora devo andare. C’è Tsipras che parla in piazza per la chiusura della campagna, ci sono i comunisti vostri, pure gli spagnoli. C’è tutta una festa, qui». Kleri l’ho conosciuta un paio di settimane fa, eravamo sedute una accanto all’altra nel ristorante più vecchio di Atene, che a vederlo, però, non sembrava così vecchio. Si trova a Monastiraki, il quartiere del mercatino delle pulci, della cattedrale piccola, di quella più grande e della moschea.
Kleri è greca, ha tantissimi capelli rossi e ricci, parla bene italiano e chiama suo marito, che è italiano, Angelino. È nata nel 1944, quando iniziarono gli sbarchi degli alleati e quando il Fronte di liberazione nazionale (EAM) e la sua organizzazione militare (l’Esercito popolare di liberazione nazionale, ELAS), avevano già ripreso il controllo di vaste zone del paese contro i bulgari e i tedeschi che avevano istituito un governo collaborazionista. Giovanni, il padre di Kleri, era un ingegnere ed era anche un partigiano dell’ELAS:
«Un amico lo avvertì che sotto il platano della piazza di Sotiros sull’isola di Thasos avevano preparato una forca per lui. La notte scese al mare con mia madre e mia sorella Maria, che aveva due anni, e prese una barca a motore. Il tempo era brutto. Arrivarono al Monte Athos, ma i monaci non li fecero salire perché c’era una donna, mia madre che aveva me nella pancia. Risalirono ancora un po’ la penisola Calcidica. Tra il monte Athos e Ierissos sono nata io. Sono nata su una barca».
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