Esclusivo!.. dal colloquio nella taverna greca dove hanno pranzato insieme Samaras e Letta.
Samaras:finalmente siete venuti in Grecia!
Letta:si siamo venuti dopo che la Merkel mi ha detto: vai a vedere che fanno i greci!
S:pero' prima ci prendevate a schiaffi pure voi italiani!
L:lo so' Anto' ma in Italia non avevamo capito un tubo di quello che succedeva in Grecia!
S:a' Enri.. certo che pure voi siete messi male,ma che v'e' successo?
L:lasciame sta' Anto' in Italia non hai visto che governo m'hanno ammollato!
S:Enri il mio non e' meglio del tuo pero' bisogna farlo per il popolo!
L:appunto Anto' so venuto a trovarti per incominciare una collaborazione!
S:meglio tardi che mai Enri!
.
L’idea che le due prossime presidenze semestrali di turno del Consiglio europeo, quella greca che comincia a gennaio e quella italiana che la seguirà da luglio, possano – come ha detto – fare del 2014 un anno di «svolta» per l’Unione è un’affermazione di ottimismo della volontà che contrasta non poco con il pessimismo della ragione indotto dalla dura sostanza dei fatti. Anche a voler credere che l’Italia arriverà bene «in forma, sia politicamente che sotto il profilo economico, al 1° luglio dell’anno prossimo e riuscirà a far valere le proprie istanze di revisione della politica anti-crisi, è molto poco probabile che altrettanto possa fare, sei mesi prima, una Grecia che alla propria, di scadenza, arriverà economicamente a pezzi e politicamente commissariata.
Tutto fa pensare che, purtroppo per tutti, Atene continuerà ad essere più oggetto che soggetto della politica economica europea nel tempo della Grande Crisi del Debito. La triste sequela dei tira-e-molla sulle tranches dei prestiti e le tragedie sociali indotte dai diktat della trojka nella colpevolissima indifferenza del resto d’Europa non hanno alcuna possibilità di essere corrette per iniziativa di Atene. Anche ammesso, e tutt’altro che concesso, che il governo del liberista Samaras lo volesse di suo.
Samaras:finalmente siete venuti in Grecia!
Letta:si siamo venuti dopo che la Merkel mi ha detto: vai a vedere che fanno i greci!
S:pero' prima ci prendevate a schiaffi pure voi italiani!
L:lo so' Anto' ma in Italia non avevamo capito un tubo di quello che succedeva in Grecia!
S:a' Enri.. certo che pure voi siete messi male,ma che v'e' successo?
L:lasciame sta' Anto' in Italia non hai visto che governo m'hanno ammollato!
S:Enri il mio non e' meglio del tuo pero' bisogna farlo per il popolo!
L:appunto Anto' so venuto a trovarti per incominciare una collaborazione!
S:meglio tardi che mai Enri!
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L’idea che le due prossime presidenze semestrali di turno del Consiglio europeo, quella greca che comincia a gennaio e quella italiana che la seguirà da luglio, possano – come ha detto – fare del 2014 un anno di «svolta» per l’Unione è un’affermazione di ottimismo della volontà che contrasta non poco con il pessimismo della ragione indotto dalla dura sostanza dei fatti. Anche a voler credere che l’Italia arriverà bene «in forma, sia politicamente che sotto il profilo economico, al 1° luglio dell’anno prossimo e riuscirà a far valere le proprie istanze di revisione della politica anti-crisi, è molto poco probabile che altrettanto possa fare, sei mesi prima, una Grecia che alla propria, di scadenza, arriverà economicamente a pezzi e politicamente commissariata.
Tutto fa pensare che, purtroppo per tutti, Atene continuerà ad essere più oggetto che soggetto della politica economica europea nel tempo della Grande Crisi del Debito. La triste sequela dei tira-e-molla sulle tranches dei prestiti e le tragedie sociali indotte dai diktat della trojka nella colpevolissima indifferenza del resto d’Europa non hanno alcuna possibilità di essere corrette per iniziativa di Atene. Anche ammesso, e tutt’altro che concesso, che il governo del liberista Samaras lo volesse di suo.
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