martedì 18 ottobre 2011
..prima della paralisi totale:dimissioni di un'altro deputato governativo che scenderà anche in piazza ,Thomas Robopoulos...
“Non posso più continuare a votare senza sapere nemmeno cosa sto votando… non voglio votare per le misure inique ed impopolari imposte dal governo”, ha spiegato l’ex membro del PASOK, il partito di maggioranza, al giornalista di Reuters.
La rabbia di un popolo
Non va di certo per il sottile Maria Papadopoulou quando parla del governo. Cinquantasettenne, pensionata che mantiene la figliadisoccupata e paga le rette universitarie al figlio: “li voglio fuori dal Parlamento. Non possono risolvere i nostri problemi perché sono loro ce ci hanno portato sul baratro”, ha spiegato la donna.
“Di solito”, ha continuato la cittadina ateniese, “non scendo mai in piazza, tuttavia questa settimana dobbiamo mandare un messaggio forte al governo”. La Papadopoulou, sfogandosi con l’inviato dell’Athens news, ha spiegato che “queste misure stanno prendendo di mira le persone sbagliate, i poveri… spero che queste misure non passeranno”. Di certo, non ha tutti i torti perché in Grecia sono state promulgate leggi che mirano a tagliare ma non ci sono state riforme atte a combattere la dilagante evasione fiscale, seconda solamente all’Italia.
Ancor più straziante è l’appello di Dimitris Margiolis, docente elementare, ha rivelato che alcuni alunni sarebbero addirittura svenuti per la fame. “Dieci giorni fa siamo rimasti scioccati dal suicidio del padre di un nostro alunno”, ha rivelato il maestro al NewsIt, “Era rimasto senza lavoro per 6 mesi. Abbiamo inoltre appreso che alcuni alunni della scuola secondaria di Kypseli sono svenuti per la fame, notizia confermata anche dal medico scolastico che gli ha visitati. Vediamo bambini che arrivano a scuola con le scarpe bucate e nelle mense scolastiche il numero degli alunni che compra il pranzo cala di giorno in giorno… Alcuni chiedono di far credito… dovremmo creare un programma per i bambini come quelli che hanno fatto i governi per i ragazzi palestinesi, jugoslavi e iracheni. Benché il nostro dovere è quello di insegnare, dobbiamo proteggerli anche da ogni forma di povertà”.
http://www.ilmediterraneo.it/it/economia/7010
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