"Se un governo dispotico incorre in un debito non per bisogni o per interessi dello Stato, ma per rafforzare il regime dispotico, per reprimere la lotta della popolazione contraria al regime stesso, tale debito e' odioso per la popolazione dell'intero Stato".
Poi con il Trattato di Versailles del 1919 il concetto venne applicato per la prima volta a livello multinazionale: Francia e Polonia furono parzialmente esentate dall’assumersi il debito contratto dai tedeschi nei territori conquistati di Alsazia e Lorena, e dalla Polonia stessa, "poiche' i prestiti erano stati finalizzati al mantenimento del controllo su quei territori, e non al bene delle popolazioni locali".
Un debito di questo tipo non e' piu' da considerare un'obbligazione per la nazione: e' invece "un debito del regime che lo ha contratto, e' un debito personale del potere che lo ha assunto; di conseguenza esso si estingue con la caduta di questo potere". E ormai questa teoria non viene elaborata piu' solo da economisti apocalittici, ma la stanno proponendo con sempre maggiore frequenza anche gli economisti ortodossi!
I greci pretendono che sia fatta un'analisi molto chiara su come il debito e' schizzato al rialzo. Su come ad esempio sono stati utilizzati i soldi alle Olimpiadi e sui motivi per i quali il budget e' esploso.
Kostas Lapavitsas, professore di economia interpellato durante il documentario "Debitocrazia", si chiede se siano state seguite tutte le norme previste per l'emissione di bond. Il nodo e' il ruolo che hanno avuto le banche sia nel mercato primario (aste del Tesoro) che secondario (mercati). Andrebbe studiato nel dettaglio quali sono i termini accordati.
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