'A Salonicco ci sono stati scontri con le forze dell’ordine, mentre le campane di una chiesa suonavano come a dare l’allarme generale. Manifestazioni di protesta anche a Patrasso, dove nei giorni scorsi sono avvenuti degli espropri nei supermercati con successiva distribuzione gratuita di beni. A Volos, i manifestanti prima hanno assaltato l’agenzia delle entrate, distruggendo i documenti che si trovavano all’interno, poi hanno dato alle fiamme il municipio. Invece a Corfù sono stati attaccati e distrutti completamente gli uffici di alcuni politici socialisti, fra cui quello dell’ex ministro della Giustizia Dendias. Occupazioni di comuni e prefetture si registrano in molti paesi'.
E mentre Atene veniva messa a ferro e fuoco, nel tentativo di rendere digeribile il voto del Parlamento il ministro delle Finanze Venizelos ha dichiarato: «La scelta non è tra i sacrifici e non fare sacrifici, ma tra i sacrifici e qualcosa di inimmaginabile». Ed è vero. Ieri, 12 febbraio 2012, il governo greco ha scelto i sacrifici per i suoi sudditi. È quello che faranno domani il governo italiano, spagnolo, portoghese, belga... Chi non li accetta è inutile che invochi uno Stato più giusto, un mercato più equo, o il rispetto dei diritti umani. Ad Atene, culla della civiltà, la democrazia ha infine gettato la sua maschera d’ipocrisia. A chi non vuole vivere in ginocchio non resta che cimentarsi con qualcosa di inimmaginabile.
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